di Dirk Segbers – 11Freunde, 27/01/2021
Traduzione di Gezim Qadraku
Quando si parla di calcio e social media, la prima cosa che viene subito in mente è l’ormai diffusa moda di certi professionisti di mettersi in posa: una Instastory sul breve viaggio a bordo del jet privato, un selfie con le star dell’NBA durante la pausa estiva e varie gaffe legate ai metalli preziosi come contorno.
Occasionalmente, però, i social media portano alla luce storie che altrimenti potrebbero rimanere per sempre nel dimenticatoio. Storie che raccontano di come il calcio era internazionale già 100 anni fa e commuoveva allo stesso modo persone di qualsiasi ceto sociale e religione. Storie che ci ricordano che non dobbiamo mai smettere di ricordare.
Il Memoriale di Auschwitz usa la sua presenza sui social media per commemorare regolarmente le vittime del campo di sterminio nazista. A questo scopo vengono pubblicate le foto, accompagnate da una breve descrizione. Lo scorso luglio, alcuni tifosi del club spagnolo della Real Sociedad di San Sebastián, sono rimasti senza fiato quando hanno visto una foto di Jiří Popper, nato il 21 luglio 1923. Sul colletto della giacca del ragazzo ceco, che fu deportato prima a Theresienstadt e da lì ad Auschwitz nel 1943, c’è una spilla con lo stemma di una squadra di calcio: quello del club basco.
Ma come ha fatto l’emblema del club a finire sulla giacca di un ragazzo ebreo della Repubblica Ceca? I social network hanno traboccato di teorie fino a quando il club stesso è intervenuto e ha pubblicato una spiegazione che sembra estremamente plausibile e riconduce a un membro fondatore della DFB [Deutschland Fußball Bund – Federcalcio tedesca, N.d.T] che ha giocato nella prima finale del campionato tedesco nel 1903 contro il VfB Leipzig.
Il club tedesco di Praga fu fondato da ebrei tedeschi nella capitale boema alla fine del XIX secolo. A lungo considerata come una delle migliori del continente, la squadra girò l’Europa negli anni ’20 e disputò varie partite amichevoli. Tra le altre anche una partita nel giorno di Natale a San Sebastián nel 1923 contro la Real Sociedad. Il DFC [Deutscher Fußball Club – club tedesco di calcio, N.d.T] vinse 3-1 prima di perdere un altro incontro per 3-0 il giorno seguente. D’altra parte, anche la Real Sociedad girò per l’Europa centrale, nel 1924. Al ritorno, il duello tra il club basco e la squadra di Praga terminò 11 a 1 per il DFC [Deutscher Fußball Club – club tedesco di calcio, N.d.T].
I funzionari della Real Sociedad credono che durante una di queste partite siano stati scambiati dei cimeli, che devono essere finiti ai genitori di Jiří Popper. Il giorno in cui è stata scattata la foto, il ragazzo indossava con orgoglio la spilla di una squadra di calcio che poteva conoscere solo dai racconti, ma che a quanto pare era così importante per lui che volle immortalare lo stemma del club in una foto.
Jiří Popper non sopravvisse ad Auschwitz. Nel suo 97° compleanno, tuttavia, il suo messaggio indelebile ci ha raggiunto e ci ha ricordato che i nostri destini, a volte, sono molto più strettamente legati di quanto sembri.