Voetbal International– 06/07/1982

Traduzione di Gianfilippo Riontino

Quanto possano essere strane le cose nel mondo del calcio italiano lo dimostra quanto segue: anche dopo la vittoria a sorpresa della Nazionale sui Campioni del Mondo dell’Argentina (2-1) già più di una settimana fa, i giornalisti italiani hanno continuato a lanciare dure critiche all’allenatore Enzo Bearzot e ai suoi giocatori. Claudio Gentile, in particolare. Gentile, giocatore della Juventus con innumerevoli presenze anche in Coppa dei Campioni. Anche per gli standard italiani, il modo in cui Gentile sia stato «imperturbabile» e «solo» punito con il giallo dall’arbitro Rainea era di per sé detestabile. Non la vittoria sugli argentini, con una prestazione impressionante dopo tre tristi partite al primo turno ha ricevuto la massima attenzione da parte della stampa italiana, ma l’anti-calcio con cui undici nazionali e di club hanno guadagnato nome e fama nel corso degli anni. Per Bearzot e la sua gente, non c’è stato modo di digerire tale approccio; e nel momento in cui i giornalisti italiani si sono presentati nel campo di allenamento spagnolo, la bomba esplose. Domenica mattina, dopo l’allenamento, Claudio Gentile ha rimproverato alcuni cronisti  apostrofandoli come “Bastardi”. Si è rischiata una colluttazione con anche minacce, ma Bearzot è riuscito a placare gli animi. Poi uno dei giornalisti del quotidiano romano II Messaggero ha parlato nel merito durante la conferenza stampa, scatenando anche la reazione veemente di Bearzot. A seguito di questo episodio,a nome del reporter interessato, la direzione e il presidente de Il Messaggero hanno presentato un’azione legale contro l’allenatore della Nazionale. Gli esiti di tale azione non sono ancora noti, ma una piccola parte della stampa nazionale è ancora un po’ scettica sulle partite contro la Polonia, il Perù (1-1) e il Camerun (1-1), ma fortunatamente le masse amanti del calcio sono solo esultanti per i trionfi contro l’Argentina 2-1 e il Brasile 3-2. Di contro, un altro esempio di quanto possa offrire un Mondiale è Paolo Rossi, il piccolo attaccante che, dopo la sospensione per aver partecipato a uno scandalo di corruzione, è tornato a calcare i campi di gioco; costretto a tornare velocemente in forma non ha colpito un pallone nelle prime tre partite e neanche contro l’Argentina ma poi si è acceso miracolosamente rifilando ai brasiliani tre gol – che gli permettono di mettere in secondo piano gli onori di cui protagonisti Rummenigge e Boniek. Quanto aveva fatto portava ad un rientro nei giochi italiano totalmente inaspettato dai paesi calcisticamente considerati più forti del mondo, che i cui giornalisti notoriamente sciovinisti hanno accolto Bearzot con una standing ovation in conferenza stampa. E anche è plausibile che i feroci critici della stampa italiana abbiano fatto il gioco di Enzo Bearzot, si è detto. Le due squadre d’attacco di Argentina e Brasile si imbattono in un vecchio catenacciaro italiano. È stato impressionante e ansioso allo stesso tempo vedere come era Claudio Gentile nella partita con l’Argentina quando dopo esattamente un secondo di gioco si è attaccato a Maradona.  E contro il Brasile non aveva neanche bisogno di marcare a fondo Zico, supportato soprattutto da Cabrini, Collovati e Oriali. Tutti giocatori che non si tirano indietro dallo scontro ma capaci anche di costruire gioco. In definitiva, tecnica in abbondanza intuizione tattica in egual misura, unita ad intransigenza. E astuzia. Fischi dal pubblico; Gentile sorride, cartellino giallo dell’arbitro; Gentile piega la testa; e le scuse all’avversario. Astuzia italiana. Nella partita con la Brasile quando l’arbitro Klein gli ha dato un cartellino giallo (quindi giovedì non ci sarà contro i pali), Claudio Gentile ha dovuto subire un’umiliazione personale, dal momento che Zico lo aveva ingannato con piacere visibile e molto consapevole. Insomma, calcio italiano. Detestabile e ammirevole. Come nessun’altra squadra sul campo, può essere impostata a seconda dell’avversario che si ha di fronte. Il tutto  con  piena di fiducia in se stessi, autostima (per così dire), e con ispirazione inimmaginabile.

Contro la volontà di quasi tutto il mondo del calcio italiano, la Nazionale riesce nell’impresa di eliminare prima Argentina e poi il Brasile. Soprattutto l’ultimo Paese usa uno stile di gioco estremamente “aperto” questo in contrasto con gli azzurri che giocano puramente sul risultato. All’assurdo. Se gli avversari di Oriali e Gentile prendono una rimessa laterale,  gli italiani sono a mezzo metro di distanza. Un’arte in sé che rende – richiede anche concentrazione e un’enorme capacità di anticipazione – ma che alla lunga uccide il calcio. Così sono i Mondiali. I mondiali dell’Italia restano in contraddizione. Nel 1966 eliminati dalla Corea del Nord. Nel 1970, le trame furono interrotte in finale a Città del Messico (4-1 sconfitta contro il Brasile di Pelè). La Polonia era troppo nel 1974 e nel 1978 la squadra azzurra si imbatteva nell’Olanda nella città di Buenos Aires. Ora l’Italia è di nuovo lì con molti nomi noti; Zoff quarantenne, Scirea libero che non ha oltrepassato la linea mediana una volta una contro il Brasile, Antognoni giocatore totale, Oriali, Gentile e Collovati, i “duri”, Tardelli e Conti i “corridori” e Graziani e Rossi gli “attaccanti”. Graziani tra i due attaccanti è l’operaio dei due correndo dal primo all’ultimo minuto, tra centrocampo e in difesa dove necessario. Ruud Krol settimana scorsa è andato all’Hotel Majestic di Barcellona per vedere lo stato degli azzurri, rimanendo perplesso per la esibita pigrizia per esempio di Rossi, la cui fama però è stata ben valorizzata per esempio contro il Brasile. Tre gol a sangue freddo. La cosa bella delle restanti partite di questo Mondiale potrebbe essere che l’Italia è diventata improvvisamente la favorita. La Polonia certamente non attaccherà apertamente ritirandosi a metà campo e aspettando l’Italia.  Quindi userà lo stile di gioco italiano – e sarà interessante vedere cosa faranno gli italiani in questo caso. Questo per Enzo Bearzot sarà una preoccupazione. Insieme ai suoi giocatori, Bearzot ha lavorato sulla stampa sportiva nazionale e internazionale cinicamente sorridente. E attraverso Argentina e Brasile, il calcio italiano ha ottenuto il suo riconoscimento. Segnando ai due migliori paesi sudamericani cinque volte; Questo da solo è un record. Che ci piaccia o no.


Rossi risorge ancora una volta

Match, 17/07/1982

Traduzione di Gianfilippo Riontino

Paolo Rossi, il figliol prodigo del calcio italiano, punta, nella prossima stagione ad aggiungere titoli di competizioni europee alla gloria ottenuta in Coppa del Mondo.

Il brillante attaccante di 25 anni che ha eliminato Brasile e Polonia dalla Coppa del Mondo e ha segnato il primo gol fondamentale contro la Germania Ovest in finale, è ora pronto a guidare l’attacco della Juventus della prossima stagione, Juventus strutturata per competere su più fronti. Mentre celebrava la vittoria dell’Italia in finale, Rossi ha detto «È fantastico tornare a segnare gol e la prossima stagione spero sarà ancora migliore. Aspettate e vedrete come potrà fare bene il calcio italiano e soprattutto attenti alla Juventus».

Con il suo braccio alzato per i tifosi italiani alla fine della partita, Rossi sapeva di aver vinto la più grande di tutte le sue battaglie: la vittoria psicologica sul proprio dubbio. Dopo la sua sospensione di due anni dal calcio in seguito alla sua presunta partecipazione nel grande scandalo di corruzione “Totonero”, Rossi aveva giocato solo quattro partite di campionato in Italia prima dell’inizio della Coppa del Mondo. È stato un grande impulso per lui quando il tecnico italiano gran fumatore di pipa Enzo Bearzot lo ha chiamato per il Mondiale in Spagna. Rossi nato a Prato, in Toscana nel settembre 1956 e valutato 3 milioni di sterline quando è passato dalla Juventus al Lanerossi Vicenza e viceversa, è stato un grande protagonista dei Mondiali del 1978. Ma la sua squalifica di due anni ha minacciato la sua carriera, anche se lui ha sempre affermato la sua innocenza nello scandalo. Quando è arrivato in Spagna, l’Italia ha litigato con il gol e Rossi ha faticato in tal senso contro Polonia, Perù e Camerun. Ma Bearzot ha avuto fiducia nel “Golden Boy” e tale fiducia ha pagato i dividendi nel secondo turno. L’Italia ha battuto l’Argentina e Rossi ha giocato bene e ha poi affrontato il Brasile. Tre gol di Rossi che lui stesso ha definito «i più importanti della mia vita» – un colpo di testa, una fuga e un tiro da distanza ravvicinata – hanno messo fuori combattimento i favoriti della Coppa del Mondo e hanno mandato l’Italia in semifinale per la prima volta dal 1970. Il suo equilibrio, la velocità e la potenza nel concludere lo hanno reso una leggenda e la notte stessa dopo la partita con il Brasile i tifosi italiani si sono riversati a Barcellona per la partita successiva. Ancora una volta Rossi ha prodotto una buona prestazione con un tap in porta e un colpo di testa a sedere per eliminare la Polonia. Ha poi detto: «Ho ritrovato la mia piena fiducia in quei gol e ora sono pronto a tutto». Questo significherà sicuramente qualche problema per l’Aston Villa nella difesa della Coppa dei Campioni. La Juventus infatti può mettere Rossi in una formazione che include stelle come Bettega, Tardelli, Platini e Boniek – Senza dimenticare una difesa che include il portiere della nazionale Zoff e tre difensori della nazionale italiana Campione del Mondo. Il motivo esatto per cui ci sono volute quattro partite a Rossi per raggiungere lo stato di forma non era una novità per l’allenatore Bearzot. Paolo ha giocato bene per tutta la fase finale ma la squadra ha avuto inizialmente sfortuna sotto porta. Rossi è una punta centrale che ha bisogno di fare gol e contro il Brasile la sua posizione è stata una delle ragioni del nostro grande successo.

Come risultato delle gesta di Rossi, un calzolaio italiano ha donato all’attaccante scarpe sufficienti per lui e la sua famiglia per il resto della loro vita. Un altro fan gli ha regalato 1000 bottiglie di buon vino. Il “Golden Boy” italiano non preparato all’arrivo dell’Italia in finale, ha dovuto prendere rapidamente accordi affinché sua moglie Simonetta e i suoi genitori restassero a Madrid e lo vedessero giocare.

Le cose belle si fanno sempre un po’ attendere … Come un gol al novantesimo

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