Off The Post si prepara per andare in vacanza e tornare a settembre. Prima però ha deciso di allietarvi con 10 articoli calcistici semplicemente da favola. Un viaggio tra grandi allenatori e portieri dal destino tragico, tra finali mondiali e campioni che sembravano chiaviche, tra fenomeni con il pallone tra i piedi e davanti alla macchina da scrivere, arbitri permalosi e squadre sparite senza lasciare traccia. Partiamo.
1 Sandro Modeo racconta Jurgen Klopp
Jurgen Klopp è – ancora una volta – uno degli uomini copertina di questa paradossale stagione calcistica. A raccontarne una carriera e una vita fatta di gioie e dolori è la finissima penna di Sandro Modeo su Corriere.it. Come logico, preparatevi per il capolavoro.
Poche ore fa se n’è andato Jack Charlton, campione del mondo nel 1966 da giocatore, ma soprattutto CT dell’Eire delle meraviglie all’inizio degli Anni Novanta. Per ricordarlo scegliamo il lungo pezzo di Christian Giordano, pubblicato su Sports Poets Society e tratto dal suo bellissimo libro Maestri di calcio.
3 Germania – Argentina, la finale più brutta di sempre
La finalissima di Italia 90 ha messi fine non solo a un’era calcistica, ma anche geopolitica. Il racconto di quello storico ultimo atto, il più brutto di sempre se parliamo di Mondiali, è opera di Lorenzo Longhi per Quattrotretre.
L’indiscusso protagonista della finale di Roma fu senza ombra di dubbio Andy Brehme, il terzino all’epoca in forza all’Inter che siglò dal dischetto la rete decisiva nei minuti conclusivi. La redazione di Sottoporta nei giorni scorsi è riuscita a raggiungerlo per un’intervista a cuore aperto.
5 Quando il campione viene scartato
Il calcio in versione provini di X Factor. Tu si que vales, ma anche no. Giocatori diventati campioni, ma con un passato da scartati, rifiutati, bocciati senza appello perché ritenuti scarsi, inadatti, poco pronti. Li racconta Furio Zara per Overtime Festival.
Da qualche settimana ha inaugurato su Il Trentino una gustosissima rubrica, in cui le grandi firme del giornalismo e della scrittura sportiva italiana si siedono idealmente in panchina per stilare la loro formazione ideale, tra talenti del pallone e della macchina da scrivere. Lo scorso lunedì è toccato a Roberto Beccantini.
7 La maledizione di Valdir Peres
Valdir Peres era il portiere del Brasile superato per tre volte dall’Italia di Paolo Rossi: all’indomani della sconfitta fu considerato l’unico colpevole dell’eliminazione verdeoro e il suo nome divenne sinonimo di inadeguatezza nell’immaginario calcistico collettivo. Un’ingiusta condanna mediatica che lo ha perseguitato fino alla morte. La sua storia è narrata da Simone Cola per Minuti di Recupero.
8 Che fine ha fatto l’Anzhi Makhachkala?
Com’è possibile che l’Anzhi Makhachkala sia passato da avere sotto contratto il calciatore più pagato del mondo, a sparire dalla mappa del calcio? Su East Journal spiega il perché Gezim Qadraku.
È stato il primo portiere italiano ad alzare al cielo la Coppa dei Campioni, ma non solo. Giorgio Ghezzi, detto Kamikaze, ha rappresentato meglio di chiunque altro l’immagine del portiere indomito e spericolato. Lo ricorda Francesco Fanini su Gli Eroi del Calcio.
“Visto che si andrà avanti così per qualche mese, con partite a porte chiuse, microfoni aperti, orecchie spalancate e il quarto uomo in versione comare dietro la persiana a spiare i passanti, l’ufficio complicazioni arbitrali dovrebbe ingegnarsi per mettere nero su bianco le offese che valgono l’ammonizione e quelle che meritano un cartellino rosso”: è l’incipit di uno spassoso e imperdibile pezzo di Gianni Agostinelli su BeppeViola Football Club.