A farla da padrone in questo numero di Off The Post sono i Mondiali di Italia 90 e in particolare la triste parabola della Nazionale jugoslava. Si parla però anche di tragiche retrocessioni e di sfortunati talenti. Di giocatori che hanno trovato la via del successo dopo anni di gavetta e di come cambieranno gli stadi in futuro. Di calcio che fa rima con nazionalismo e di squadre di calcio che incarnano lo spirito di intere Nazioni. Su il sipario sui dieci articoli calcistici della settimana.
1 Il rigore più famoso della storia
Sono passati 30 anni dall’errore dal dischetto di Faruk Hadžibegić ai Mondiali di calcio contro l’Argentina. La dissoluzione della Jugoslavia, per molti, cominciò quel giorno. Gigi Riva scrive per Slalom come e perché questa storia è diventata un suo libro di successo.
2 Il mister che non giocava alla lotteria dei rigori
Calciatore dal dribbling funambolico. A Italia ’90 allena la Jugoslavia alla sua ultima importante recita internazionale. Burbero, istrionico, maestro di comunicazione, vittima di fake news, mai domo nonostante la malattia. Storia di Ivica Osim, il Professore. Che 30 anni fa, prima dei rigori decisivi del quarto di finale Jugoslavia – Argentina, prende una decisione a dir poco clamorosa. Ce lo racconta Angelo Spagnuolo sul blog di Overtime Festival.
3 Un sabato da dimenticare
Nel 1999 la Bundesliga visse un’ultima giornata da ricordare. Sul suo L’Angolo di Fritz Walter Roberto Brambilla descrive i 90 minuti più pazzi, della storia della massima serie tedesca. Tra “suicidi” sportivi e goleade inaspettate.
4 Italia 90 e quel mondo che non c’è più
Il Mondiale del 1990 risente fortemente dei cambiamenti geopolitici del 1989. In Italia si presentano Nazionali che rappresentano Paesi nuovi e Stati che presto verranno cancellati. Diego Mariottini su Quattrotretre analizza le avventure piuttosto particolari che trent’anni fa caratterizzarono Jugoslavia e Romania.
5 La differenza di Buriani
Ruben Buriani è stato un’icona del Milan degli Anni Settanta con la sua corsa instancabile e la sua inconfondibile zazzera bionda. Un giocatore che è stato anche tartassato dalla sfortuna e che ha spianato la strada verso il rossonero di un altro grande mediano. La sua storia è narrata da Ernesto Consolo su Il Nobile Calcio.
6 La gavetta di Enric Gallego
Camionista, fattorino, operaio edile, installatore di aria condizionata, muratore. E poi la Liga. È una storia incredibile quella di Enric Gallego, che Cosimo Giordano racconta su Sottoporta, sito che ha appena rinnovato la sua veste e che è alla ricerca di giovani collaboratori.
7 India 50: un’occasione mancata
Valerio Moggia sul suo blog Pallonate in Faccia propone una breve storia calcistica dell’India e spiega come il calcio e il nazionalismo, per un certo periodo, andarono a braccetto.
8 L’esperimento Lobanovsky
Nell’ultimo appuntamento di Football Mystery Fabio Belli ha pensato di rivolgersi anche agli appassionati di tattica e si avventura in un discorso che concilia filosofia e calcio. Lo fa descrivendo una squadra e una Nazionale unite a doppio filo da un personaggio che ha disegnato quello che, nel corso degli anni, era stato costruito come il più ardito progetto calcistico di sempre: l’Urss di Lobanovsky.
9 Come cambiano gli stadi senza pubblico
Come gli stadi stanno sfruttando tecnologia e virtualità per adattarsi all’assenza di pubblico e in che modo certe soluzioni vengano sfruttate anche in futuro? L’interessante analisi è frutto di Antonio Cunazza per L’Ultimo Uomo.
10 Amarcord Italia 90
Secondo Roberto Scarcella, più degli occhi spiritati di Totò Schillaci, dei riccioli colombiani di Higuita e Valderrama, del calcio gioioso del Camerun e di un incazzatissimo Maradona che in Mondovisione ripete “Hijos de puta” sommerso dai fischi all’inno argentino, viaggiare indietro nel tempo fino a Italia ’90 mi fa pensare a tre cose che con il calcio giocato hanno poco a che fare: il Televideo, le merendine e Ciao. Ecco un viaggio sentimentale apparso su laRegione.